Il
perseguire un incolto copia e incolla delle informazioni ha nel tempo inquinato intellettualmente la verità storica
di Giuseppe Macedonio. Increscioso inconveniente disinformativo che si ritrova perfino nella dicitura: “fonte ufficiale” in cui purtroppo sono riportate le stesse grossolane inesattezze.
Breve, veritiero profilo
d’Artista ricavato dagli stessi dettami di Giuseppe Macedonio.
1906, 25 Settembre, nasce al Vomero-
Napoli Giuseppe Macedonio, terzogenito di una famiglia illustre.
1923, A 17 anni perde l’intera famiglia. Rimasto
orfano è impiegato presso la Ditta Chiurazzi, reparto ceramiche dove il maestro
di banco Salvatore Matino gli fa da mentore insegnandogli il mestiere.
1924 \ 1925, la voglia di dipingere è forte. Si
licenzia dalla Ditta Chiurazzi preferendo lavorare come apprendista pittore in
prova con il decoratore d’ambienti Arnaldo De Lisio… almeno così riesce a esprimersi.
1926, Dipingendo pensa a grandi
decorazioni architettoniche piuttosto che dipinte in ceramica.
1927, Salvatore Matino presenta Macedonio
a Luigi Pinto un ceramista e Aldo Stella, un attivista del P.N.F. con velleità
per la ceramica, in modo da dargli la possibilità di lavorare in maniera indipendente
da esterno.
1930 \1933, Si reca a Vietri sul Mare, Salerno,
attirato dalla “cultura” Russa dall’aspetto di belle signore annoiate. Conosce Maximilian Melamerson proprietario di una fabbrica di
ceramiche in Vietri sul Mare, la I.C.S. Durante una visita alla fabbrica, consiglia Melamerson di modificare
alcune produzioni perché a suo parere non rendono quanto dovrebbero. Per questo
sarà odiato a vita dal Direttore artistico della fabbrica R. Doelker.
Nello stesso periodo è incaricato da Melamerson di seguire il
suo progetto alla I. C. S., che prevede di modificare e migliorare alcune produzioni sveltendone la lavorazione e l’aspetto, cosa che moltiplica le vendite.
Melamerson grato ricompensa profumatamente Macedonio
proponendogli di restare come direttore artistico alla I. C. S. Macedonio da uomo
intellettualmente libero, rifiuta, consigliando di prendere al suo posto un bravo artigiano già impiegato alla I.C.S..
1933 \ 1934, con i proventi Guadagnati, apre in
Napoli, al Rione Luzzatti, una fabbrichetta costruendo la sua prima fornace a
legna.
1935 \ 1936, stanco del luogo, si trasferisce al
Vomero, dove costruisce la seconda e poi la terza fornace a legna.
1937, Nasce di fatto la società “I due Fornaciari”, ufficialmente
dal’38 al 46, Socio di portafoglio: Romolo Vetere che non produsse nessuna
opera in ceramica, interessato solo a recuperare il capitale versato.
1938 \ 1946, l’unica produzione artigianale
della Società “I due fornaciari” furono le tazze da caffè per la Red Cross, con
i cui proventi Macedonio liquidò Romolo Vetere chiudendo la Società.
1946, Macedonio divulga l’idea avuta nel
1925: realizzare Grandi opere per l’architettura in ceramica. Dopo aver eseguito alcuni portali, finalmente giunge il balzo
di qualità per l’importanza del nome dell’arch. Luigi Avena, che gli chiese dei
copri staffe di rinforzo, in ceramica a sotto-balconi.
Iniziano così le grandi opere architettoniche di Giuseppe Macedonio.
1950 \ 1954, L’architetto Carlo Cocchia offre a
Macedonio la realizzazione della Grande Fontana nella Mostra d’oltremare. Macedonio
conoscendo l’architetto, accetta a patto di poter pensare e lavorare da solo. Un tentativo d’intromissione dell’arch. Cocchia rischia di
far fallire la commessa, così Macedonio ripresenta il progetto modificando il
tema secondo personali concetti, inserendo le
filosofie del giornaliero in un mondo
fantastico, costellato di animali e piante, rappresentativi di una natura Goethiana.
1954, la notorietà di quest’opera immensa,
più di un Kilometro quadrato di ceramica modellata, lo avvantaggia nelle Grandi
opere per l’architettura che realizza fino al 1974, i cui concetti si rifanno
sempre e solo al mondo che scorre intorno a lui, così com’è per le opere da arredamento
che, se pur più piccole, esprimono tutte la forte filosofia del loro presente.
Dal 1936 al 1985, partecipa a tutte le esposizioni cui
è invitato, dando loro lo stesso snaturato valore intellettuale, dimostrando in
questo gesto i suoi principi etici di equità democratica, lontano da ragioni
politiche o ideologiche.
Produce fino al 1986,
anno in cui viene a mancare nel corpo, non nello spirito, cosa di cui molti
abusano attraverso manifestazioni a suo nome.